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Eccole! Le imprese nate con noi. Oggi incontriamo Viola Foggi. Metallo d’autrice

I sogni, il lavoro, i progetti ed il confronto con la realtà: le storie di alcune delle imprese nate con il Vivaio

Siamo andate ad incontrare le imprenditrici e gli imprenditori che in questi anni, con noi,  hanno dato vita ai loro sogni, alle loro idee, per farne progetti imprenditoriali.
Vogliamo sapere di loro, raccontare la loro storia, perché è anche la nostra storia e la storia di tante persone che,  come loro, hanno provato a trasformare un sogno in un progetto.

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Trovare l’atelier di Viola non è semplicissimo, bisogna proprio cercarlo con un po’ di determinazione: un locale semplice e spoglio, ma quando lei apre i suoi cassetti, le sue piccole sculture d’argento, i suoi metalli, si rivelano come una piccola meraviglia che sorprende.

Oggi ho incontrato Viola, giovanissima scultrice di gioielli che come le altre ‘artigiane’ già intervistate ha mosso i primi passi con l’aiuto e la consulenza del Vivaio per l’Intraprendenza.
Viola è non po’ come il suo atelier, devi proprio scoprirla, perché nasconde un temperamento artistico in modi riservati e sommessi, ma quando la scopri rivela carattere ed una creatività singolare orientata alla sperimentazione, alla ricerca di forme e volumi inusuali.
“Da sempre – Viola racconta – ero attratta dalle forme dei gioielli e quando ho finito le scuole medie, avrei volentieri scelto di frequentare la specializzazione di oreficeria. I miei genitori invece volevano per me una formazione che mi permettesse in futuro anche altre scelte. Così mi sono iscritta all’Istituto d’Arte di Porta Romana, ma ho scelto di specializzarmi in scultura.”
Finite le scuole, Viola vorrebbe uscire da un ambiente come quello artistico che le pare chiuso in se stesso e si iscrive alla facoltà di sociologia, che frequenta per un anno, ma le è subito chiaro che non è quella la sua strada. Abbandona l’università e l’Italia per trasferirsi temporaneamente a Barcellona e qui frequenta un corso di gioielleria presso la Scuola Massana  e subito ritrova intatta la sua primitiva passione: “Mi sono chiesta come avevo fatto ad abbandonare quello che più amavo, a starne lontana per tanto tempo!”
Dopo Barcellona torna in Italia e frequenta la facoltà di architettura, indirizzo Moda che prevede un corso di oreficeria. Purtroppo il corso è più orientato al design che alla realizzazione concreta, mentre lei vuole creare con le sue mani, modellare, dare forma ai metalli e lei trova la sua strada solo quando ha l’opportunità di lavorare come stagista presso una bottega artigiana di oreficeria, quella di Yoko Takirai .
È così importante questo incontro, che Viola rimarrà per tre anni a lavorare presso di lei: “Yoko Takirai mi ha accolta con generosità e pazienza, mi ha trasmesso molti segreti della sua arte, mi ha formata, ha lasciato in me un’impronta che penso indelebile. Quello che sono diventata in fondo è una mia personale rielaborazione di questa impronta.” Lo dice sorridendo non nasconde l’orgoglio di questa sua importante esperienza.

Viola incomincia dunque a realizzare le sue sculture-gioiello e scopre così che non le è difficile vendere le sue creazioni, che piacciono, che colpiscono proprio per la loro singolarità.
Il passaggio successivo è stato l’avvio della sua personale impresa artigianale: “Insieme ad una mia amica e collega abbiamo cercato un locale e, con molta fortuna, abbiamo trovato questo che apparteneva ad un artigiano che chiudeva la sua attività di orefice e che insieme al locale ci ha lasciato macchinari e strumenti, un po’ vecchi, ma tuttora validissimi. Lui ci ha aiutate molto nei primi passi ed anche ora che sono rimasta sola a lavorare qui, sono ancora in contatto con lui.”
In questa fase il mio incontro con i servizi del Vivaio per l’Intraprendenza: un primo colloquio per mettere a fuoco l’idea e poi il percorso per capire come realizzare il progetto. “Il percorso col Vivaio è stato illuminante, un incontro utilissimo per capire come fare, mi sono sentita presa per mano e accompagnata. Ho anche conosciuto altre giovani donne che come me stavano cercando di realizzare la loro impresa, ho conosciuto Negar che era in fase più avanzata rispetto a me e che mi ha trasmesso la sua personale esperienza. Questa possibilità di incontro e scambio è un’altra grande opportunità che il Vivaio ci ha messo a disposizione.”

“Ora il mio progetto è realtà, ancora non ho un mio showroom, cosa di cui avrei bisogno, ma io amo questo laboratorio anche se non mi permette una grande visibilità: qui mi sento a casa, protetta, qui posso progettare e sviluppare le mie creazioni, qui posso esprimere la mia creatività e questo ha un effetto positivo anche sulla mia vita personale. Non mancano le difficoltà ed i momenti di crisi, ma ho la fortuna di avere vicino persine che mi sostengono ed hanno fiducia in me.”
Viola ama il suo lavoro, in esso trasferisce molto di se stessa: “Ho la sensazione di aggiungere bellezza e contribuire a migliorare la vita intorno a me. È vero, i gioielli sono qualcosa di superfluo, ma la bellezza ci aiuta a vivere meglio. Un gioiello può essere un’espressione del proprio sé, del nostro modo di guardare il mondo, del modo di concepire la vita, del nostro umano bisogno di bellezza” Quando parla di questo a Viola ridono gli occhi, è ciò in cui crede è il senso delle sue giornate di lavoro, guardandola si ha la sensazione di una grande forza, di essere di fronte ad una persona consapevole delle proprie capacità e decisa a vincere la sua battaglia per affermarsi.

Viola è lucida anche nel riconoscere i suoi attuali limiti: “Come imprenditrice ho ancora molte cose da imparare, ancora ho delle difficoltà nel valutare i prezzi delle mie creazioni, il timore di chiedere troppo, ancora ho bisogno di credere, di essere più sicura del mio valore. Ogni volta che partecipo ad una fiera, ogni volta che propongo i miei gioielli mi devo confrontare con la logica del mercato e questo per me non è semplice, ma sto imparando.”
Nelle sue creazioni Viola usa prevalentemente argento, qualche volta placcato oro, raramente e solo su ordinazione l’oro; parte dalla materia lavora su forme e volumi, si ispira al design, alle immagini che riesce a catturare in ogni possibile occasione e che guidano la sua mano: “Parto sempre dalla materia, lascio che sia la materia a guidare la mia mano, il disegno viene dopo ed anche la riflessione su quello che realizzo: scrivo molto come se riflettessi e parlassi con me stessa per esplorare il senso di quello che sto facendo”. In fondo è il senso dell’artigianato artistico: un insieme di azioni in cui si condensano sapienza e talento manuale, conoscenza di materiali e tecniche, cultura e intelligenza del bello.

Conclude l’intervista con queste parole:  “Tra tante cose ho anche imparato a fare rete con altre persone che hanno un progetto simile, per sostenersi a vicenda e condividere: è un valore importante per me, che da ragazza ero scout, ed una risorsa importantissima, particolarmente nelle difficoltà di oggi.
In questo senso l’esperienza di Londra realizzata grazie a Business Startup Network 3 ed al Vivaio per l’Intraprendenza è stata una preziosa opportunità: mi sono sentita parte di un gruppo, come con OMA o con la Rete di Arnold in Oltrarno ”.
Lascio l’atelier di Viola con la sensazione di aver conosciuto una persona speciale con una grande forza mimetizzata sotto un aspetto delicato e quasi timido.

Testo e foto di Giulia Cerrone – Vivaio per l’Intraprendenza

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