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Eccole! Le imprese nate con noi. Oggi incontriamo FLO

I sogni, il lavoro, i progetti ed il confronto con la realtà: le storie di alcune delle imprese nate con il Vivaio

Siamo andate ad incontrare le imprenditrici e gli imprenditori che in questi anni, con noi,  hanno dato vita ai loro sogni, alle loro idee, per farne progetti imprenditoriali.
Vogliamo sapere di loro, raccontare la loro storia, perché è anche la nostra storia e la storia di tante persone che,  come loro, hanno provato a trasformare un sogno in un progetto.

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FLO Concept Store –  “Un mondo oltre lo specchio”

FLO Concept Store si affaccia su uno dei lungarni più eleganti di Firenze, il Lungarno Corsini, nel cuore del centro storico: si entra e colpisce subito la cura dedicata all’arredo, l’eleganza originale e riconoscibile. Il negozio accoglie come un piccolo salotto dove, mentre ci si guarda intorno per cercare qualcosa di speciale, è possibile incontrare persone interessanti, scambiare due chiacchiere e, perché no, fare network.

Oggi incontro Elisabetta e Serena due imprenditrici, che insieme a Guia hanno scommesso sul connubio di impresa, moda e impegno sociale.
Spazi chiari, curatissimi dove il colore fa da scenografia discreta agli abiti, agli accessori in mostra. Mi cattura subito l’eleganza dell’insieme: in un ambiente curato nei dettagli senza essere sfacciatamente lussuoso, mi accolgono il sorriso dolcissimo di Serena e lo sguardo intenso e deciso di Elisabetta.

FLO Concept Store nasce dall’iniziativa di tre donne che vengono da esperienze di lavoro diverse e prestigiose: Elisabetta dal mondo della moda, 13 anni in Gucci e l’esperienza di direzione dei negozi Pollini, Serena da una società assicurativa americana, Guia dal sociale, da Mani Tese.
Dopo la nascita dei figli si impone la decisione impegnativa e coraggiosa  di dedicarsi alla loro crescita, proteggere il tempo per accompagnare la loro infanzia, abbandonare professioni remunerative e di prestigio, ma troppo impegnative per essere compatibili con la responsabilità di essere genitori. Occorre reinventarsi il lavoro, lasciare incarichi prestigiosi per costruire nuovo lavoro per sè e per altri
Queste tre donne uniscono le loro differenti competenze per creare FLO, una cooperativa sociale di tipo B, che fa lavorare persone in difficoltà, persone che difficilmente potrebbero inserirsi nel normale mercato del lavoro. Serena, Elisabetta e Guia si conoscono per caso, organizzando i mercatini dell’usato per la raccolta di fondi per il restauro della parrocchia: dal conoscersi allo scegliersi per questa straordinaria avventura il passo è breve.

Decidono di mettere insieme spirito di impresa e vocazione sociale, di aprire un’ attività che abbia come mission la creazione e la  commercializzazione di abbigliamento ed accessori, particolarmente caratterizzati da eleganza e unicità e che nello stesso tempo permetta a persone in situazione di disagio di trovare uno spazio cuscinetto tra le proprie difficoltà e la vita reale.
È possibile tenere insieme un’idea solidale con una vocazione imprenditoriale? Questa la scommessa fortemente voluta, costruita passo dopo passo, con coraggio e tenacia da queste tre donne. L’idea iniziale è di Elisabetta che già ha una lunga esperienza di lavoro nel settore della moda, Serena e Guia aderiscono con entusiasmo portando tutta la loro attenzione al sociale e le proprie competenze e capacità di scommettere in senso imprenditoriale.

“L’impresa sociale ha una potenzialità pazzesca, a patto che sappia reggersi sulle sue gambe, che sappia non contare sugli aiuti pubblici e produca valore. Guadagnare ci permette di perseguire la nostra missione che è quella di far lavorare persone che da sole non potrebbero trovare spazio nel mercato del lavoro” sostiene con forza Elisabetta.

Partono forse con un po’ di incoscienza ma decise e l’incontro con il Vivaio intraprendenza, con i suoi servizi e le sue consulenze, ha permesso di mettere a fuoco in modo preciso e concreto un vero e proprio progetto imprenditoriale, di materializzare l’idea e darle gambe per camminare. Il proposito di essere speciali richiede lavoro e costanza, obiettivi chiari e condivisi, valori scelti con forza, per attraversare le difficoltà burocratiche, le asprezze del mercato e le insidie di una crisi che certo non fa sconti a nessuno.
Puntano molto sulla ricerca del prodotto: nel loro concept store capi ed accessori, oggetti, tutto è selezionato per la qualità della materia prima, l’unicità del taglio l’importanza del dettaglio, tutto è speciale. Ma la cura nella ricerca dei fornitori è anche attentissima alle situazioni emergenti o alle produzioni etiche.

FLO si rivolge a piccoli produttori e produttrici agli inizi che dimostrino di avere qualcosa di speciale: altre Cooperative, persone che stanno iniziando a produrre, storie di impresa non ancora collaudate a cui offre opportunità di commercializzazione, diffusione e visibilità nella logica di un lavoro in rete e in questo modo confermano la loro attenzione al fattore umano del lavoro, al suo valore insostituibile.

FLO Concept Store è oggi una realtà capace di stare sul mercato senza dipendere da aiuti pubblici, che ha conquistato una buona visibilità nel mondo della moda (ne parlano riviste come Vogue, Flying Dutchman Magazine o Myself ),  con l’ambizione di divenire un brand.

Mentre parlano con me, Serena ed Elisabetta seguono con discreta attenzione le due collaboratrici che svolgono le loro mansioni: le sento inserite, accolte, integrate, grazie all’attenzione che le circonda.
Esco dal negozio con gli occhi pieni di cose belle e con la sensazione di avere ricevuto un po’ della loro energia, del loro generoso entusiasmo.

Testo e foto di Giulia Cerrone – Vivaio per l’Intraprendenza

FLO Concept Store

 

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